La Dott.ssa Giovannetti Ricercatore del Mese per l’Associazione Nadia Valsecchi

L’associazione dedicata alla memoria di Nadia Valsecchi (www.pancreas-anv.org) è una associazione senza scopo di lucro con l’obiettivo di sostenere la ricerca scientifica per la cura e la prevenzione del cancro del pancreas. Gli obiettivi dell’associazione includono:

  1. Finanziare la ricerca scientifica sul cancro del pancreas con particolare sostegno a gruppi meritevoli e giovani ricercatori
  2. Aiutare enti ospedalieri nell’assistenza dei malati di cancro al pancreas
  3. Informare pazienti e familiari sulle malattie del pancreas e sugli sviluppi delle ricerche scientifiche

Nel mese di settembre ha dedicato il suo post di “Ricercatore del Mese” alla Dott.ssa Giovannetti, chiedendo la sua opinione sul futuro prossimo per la ricerca sul cancro del pancreas:
«I tumori del pancreas rappresentano un’urgenza dal punto di vista medico e sociale. Fortunatamente sempre più governi, società scientifiche ed associazioni hanno compreso l’importanza di potenziare le ricerche su questi tumori.
L’avanzamento delle tecniche chirurgiche, incluse tecniche di robotica, così come dell’imaging, che permette diagnosi più precoci ed accurate, rappresentano punti importanti.
Io credo però che la svolta decisiva per aumentare la sopravvivenza arriverà appunto dalla ricerca, grazie alle nuove tecnologie per analisi di genetica e ad adeguati studi di biologia e farmacologia molecolare. In altri tipi di tumore, come ad esempio alcuni tipi di tumore polmonare, l’uso di nuovi farmaci biologici ha rivoluzionato le strategie terapeutiche e permesso di ottenere un notevole miglioramento nella durata e qualità di vita di questi pazienti. Ad esempio, individuando certe anomalie genetiche del tumore del polmone, come mutazioni attivanti del recettore EGFR, si possono selezionare pazienti da trattare con farmaci specifici, che bloccano lo sviluppo della malattia. Per i tumori del pancreas non abbiamo ancora individuato simili “interruttori chiave”, però le nostre ricerche dovrebbero aumentare le conoscenze sul loro complesso quadro genetico al fine di ideare “cocktails” di farmaci migliori per ciascun paziente.»

L’intervista completa può essere letta qui: