Press release of our International Journal of Cancer paper for AIRC

Determinanti farmacogenetici per guidare la chemioterapia dei tumori pancreatici

Grazie al finanziamento AIRC, ricercatori italiani e olandesi hanno valutato determinanti farmacogenetici correlati con la prognosi di pazienti affetti da tumori pancreatici trattati con nuovi schemi polichemioterapici.

La farmacogenetica è una branca emergente della farmacologia che si occupa dei fattori genetici ereditari predittivi delle differenze interindividuali nell’efficacia dei farmaci. I recenti progressi delle metodologie di analisi genetica e il sequenziamento del genoma hanno infatti permesso la scoperta di varianti alleliche di geni coinvolti nel metabolismo e nel meccanismo di azione dei farmaci; queste alterazioni possono essere correlate alla sensibilità o alla tolleranza nei confronti dei chemioterapici antitumorali e guidare la stratificazione dei pazienti in base alla loro probabilità di rispondere al trattamento e al rischio di tossicità.

I maggiori progressi nella terapia dei tumori pancreatici sono stati ottenuti in recenti trial clinici che hanno combinato diversi agenti citotossici, come il regime FOLFIRINOX e le combinazioni di gemcitabina, cisplatino, epirubicina e capecitabina, sperimentate in vari studi guidati dal dipartimento di oncologia del San Raffaele (Dr. Michele Reni).  Questi regimi sono però gravati da una maggiore incidenza di effetti collaterali e la scoperta di determinanti farmacogenetici per identificare I pazienti che possono trarre maggior beneficio da tali trattamenti è stata l’oggetto di questo studio multicentrico, che ha coinvolto 337 pazienti, seguiti anche presso i dipartimenti di oncologia dell’ospedale civico di Carrara (Dr. Maurizio Cantore), dell’azienda ospedaliera-universitaria pisana (Dr. Enrico Vasile) e dell’ospedale “Regina Elena” di Roma (Dr. Michele Milella).

Tale studio, pubblicato su International Journal of Cancer, ha dimostrato che un polimorfismo del gene XPD, implicato nella riparazione dei danni al DNA, è correlato con la sopravvivenza. Inoltre studi biologici coordinati dalla Dr.ssa Giovannetti, presso il Cancer Center Amsterdam, hanno rivelato che i linfociti portatori di tale genotipo hanno una diversa capacità nella riparazione delle lesioni causate dal cisplatino.

Questa scoperta apre nuove possibilità nella scelta razionale del tipo di trattamento più appropriato per ciascun paziente, e sono attualmente in corso studi prospettici per validare questi risultati anche in pazienti sottoposti a terapia neoadiuvante.

Articolo su International Journal of Cancer: www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23390054